Made in Italy, Un Faro di Eccellenza
Tutela del Made in Italy e legalità al centro dell'Opening Ceremony di Vicenzaoro: 1.300 espositori (40% stranieri) e 515 buyer internazionali ospitati con ICE
Bello e ben fatto. Un'espressione che ormai da anni sintetizza il concetto di Made in Italy, alludendo a quell'idea di eccellenza, riconosciuta a livello internazionale, che identifica il nostro prodotto, di cui il gioiello è sicuramente un vessillo.
Se ne è parlato anche all'Opening Ceremony tenutasi ieri al Teatro Palladio, un momento che ha visto l'avvicendarsi di spokesperson del settore e delle istituzioni, a seguito del caloroso welcome del presidente di Italian Exhibition Group, Maurizio Ermeti. Sue queste parole di avvio dei lavori:
«Il 12 dicembre scorso abbiamo vissuto un momento storico, posando la prima pietra della futura casa internazionale dell’industria del gioiello. Quel giorno, insieme, abbiamo siglato un patto di fiducia e ambizione: mantenere le promesse, affrontare i cambiamenti del mercato, innovare e tutelare con orgoglio la leadership della nostra manifattura orafo-gioielliera del ‘Bello e Ben Fatto’ del Made in Italy. Oggi, con la forza delle nuove generazioni e il contributo delle istituzioni, siamo pronti a trasformare questa visione in realtà, confermando la leadership italiana nel mondo della bellezza e della manifattura».
Il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, e il presidente della Provincia, Andrea Nardin, hanno aperto la discussione ricordando la storica vocazione della città per l'industria orafa, facendo riferimento all'ex padiglione fieristico nel cuore del centro storico, ai Giardini Salvi, attivo nelle prime edizioni dei 70 anni della manifestazione, e andando ancora più indietro, a quel lontano 1399, in cui 150 artigiani fondarono “la fraglia degli orafi” gettando le basi del distretto.
Uno straordinario concentrato di know-how e capacità imprenditoriali che nel tempo è diventato potente motore di un export da record: nei primi nove mesi del 2024 si è registrata una crescita del 37%, pari a 10,8 miliardi di euro, eguagliando già il valore delle esportazioni di tutto il 2023.
Dati riportati anche dal presidente della Regione Veneto, con una sottolineatura importante e carica di orgoglio per i 55 giovani studenti entrati nel comparto solo nell'ultimo anno. Un piccolo ma significativo segnale che le politiche a sostegno del ricambio generazionale, messe in atto dalle istituzioni e dalle molte attività di formazione organizzate da e con IEG, stanno producendo i loro effetti.
Claudia Piaserico, presidente di Federorafi, e Bruno Bartoloni, capo del Comando Tutela Economia e Finanza della Fiamme Gialle, si sono invece concentrati sul tema focale dell'Opening: la tutela del Made in Italy e la legalità nel settore orafo come elemento imprescindibile di sviluppo. Questo impegno è stato formalizzato attraverso un protocollo firmato tra Guardia di Finanza e Federorafi.
Se molto è stato fatto per arginare il fenomeno della contraffazione, è pur vero che la necessità di mettere in sicurezza un settore, baluardo del Made in Italy, è sempre più forte, per fronteggiare organizzazioni criminali che operano contemporaneamente sul mercato legale e illegale.
Queste urgenze sono quotidianamente sul tavolo di Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy:
«Qui a Vicenza è evidente come l'arte dialoga con l'operosità, e come il sistema fiera sia uno degli asset strategici dell'export. I dati mostrano una crescita del settore, in particolare grazie alle esportazioni. È l'ennesima conferma del fatto che il Made in Italy è apprezzato nel mondo e che, nonostante un contesto globale di grandi incertezze, riesce a essere competitivo. È molto importante anche la proiezione che in particolare quest'anno Vicenzaoro ha verso il futuro, con l'impegno per il coinvolgimento delle scuole e per la formazione di una nuova generazione di maestranze del mondo orafo-gioielliero. Il saper fare è il cuore del Made in Italy, che non vuol dire dove è fatto ma come è fatto: con competenza, passione, tradizione ma anche innovazione. Su questo percorso troverete sempre il sostegno del governo, determinato a tutelare e valorizzare le nostre produzioni, le imprese, i lavoratori».
La chiosa dell'incontro è stata fatta da Matteo Zoppas, presidente di Agenzia ICE. Una collaborazione ormai fissa, quella fra ICE e IEG, che per questa edizione si è tradotta in 515 buyer internazionali ospitati in un percorso di sinergia con tutti gli attori del Sistema Paese, come SACE, SIMEST, CDP, e i Ministeri, come MIMIT e MAECI.
Sono attesi visitatori da 130 Paesi. Numeri che sono specchio dell'ormai indiscussa internazionalizzazione del Boutique Show, piattaforma unica per l’intera filiera globale del gioiello, che vede Turchia, Hong Kong, India, Thailandia, e Germania tra i Paesi stranieri più rappresentati, pari al 40% fra i 1300 espositori totali.
Se ne è parlato anche all'Opening Ceremony tenutasi ieri al Teatro Palladio, un momento che ha visto l'avvicendarsi di spokesperson del settore e delle istituzioni, a seguito del caloroso welcome del presidente di Italian Exhibition Group, Maurizio Ermeti. Sue queste parole di avvio dei lavori:
«Il 12 dicembre scorso abbiamo vissuto un momento storico, posando la prima pietra della futura casa internazionale dell’industria del gioiello. Quel giorno, insieme, abbiamo siglato un patto di fiducia e ambizione: mantenere le promesse, affrontare i cambiamenti del mercato, innovare e tutelare con orgoglio la leadership della nostra manifattura orafo-gioielliera del ‘Bello e Ben Fatto’ del Made in Italy. Oggi, con la forza delle nuove generazioni e il contributo delle istituzioni, siamo pronti a trasformare questa visione in realtà, confermando la leadership italiana nel mondo della bellezza e della manifattura».
Il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, e il presidente della Provincia, Andrea Nardin, hanno aperto la discussione ricordando la storica vocazione della città per l'industria orafa, facendo riferimento all'ex padiglione fieristico nel cuore del centro storico, ai Giardini Salvi, attivo nelle prime edizioni dei 70 anni della manifestazione, e andando ancora più indietro, a quel lontano 1399, in cui 150 artigiani fondarono “la fraglia degli orafi” gettando le basi del distretto.
Uno straordinario concentrato di know-how e capacità imprenditoriali che nel tempo è diventato potente motore di un export da record: nei primi nove mesi del 2024 si è registrata una crescita del 37%, pari a 10,8 miliardi di euro, eguagliando già il valore delle esportazioni di tutto il 2023.
Dati riportati anche dal presidente della Regione Veneto, con una sottolineatura importante e carica di orgoglio per i 55 giovani studenti entrati nel comparto solo nell'ultimo anno. Un piccolo ma significativo segnale che le politiche a sostegno del ricambio generazionale, messe in atto dalle istituzioni e dalle molte attività di formazione organizzate da e con IEG, stanno producendo i loro effetti.
Claudia Piaserico, presidente di Federorafi, e Bruno Bartoloni, capo del Comando Tutela Economia e Finanza della Fiamme Gialle, si sono invece concentrati sul tema focale dell'Opening: la tutela del Made in Italy e la legalità nel settore orafo come elemento imprescindibile di sviluppo. Questo impegno è stato formalizzato attraverso un protocollo firmato tra Guardia di Finanza e Federorafi.
Se molto è stato fatto per arginare il fenomeno della contraffazione, è pur vero che la necessità di mettere in sicurezza un settore, baluardo del Made in Italy, è sempre più forte, per fronteggiare organizzazioni criminali che operano contemporaneamente sul mercato legale e illegale.
Queste urgenze sono quotidianamente sul tavolo di Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy:
«Qui a Vicenza è evidente come l'arte dialoga con l'operosità, e come il sistema fiera sia uno degli asset strategici dell'export. I dati mostrano una crescita del settore, in particolare grazie alle esportazioni. È l'ennesima conferma del fatto che il Made in Italy è apprezzato nel mondo e che, nonostante un contesto globale di grandi incertezze, riesce a essere competitivo. È molto importante anche la proiezione che in particolare quest'anno Vicenzaoro ha verso il futuro, con l'impegno per il coinvolgimento delle scuole e per la formazione di una nuova generazione di maestranze del mondo orafo-gioielliero. Il saper fare è il cuore del Made in Italy, che non vuol dire dove è fatto ma come è fatto: con competenza, passione, tradizione ma anche innovazione. Su questo percorso troverete sempre il sostegno del governo, determinato a tutelare e valorizzare le nostre produzioni, le imprese, i lavoratori».
La chiosa dell'incontro è stata fatta da Matteo Zoppas, presidente di Agenzia ICE. Una collaborazione ormai fissa, quella fra ICE e IEG, che per questa edizione si è tradotta in 515 buyer internazionali ospitati in un percorso di sinergia con tutti gli attori del Sistema Paese, come SACE, SIMEST, CDP, e i Ministeri, come MIMIT e MAECI.
Sono attesi visitatori da 130 Paesi. Numeri che sono specchio dell'ormai indiscussa internazionalizzazione del Boutique Show, piattaforma unica per l’intera filiera globale del gioiello, che vede Turchia, Hong Kong, India, Thailandia, e Germania tra i Paesi stranieri più rappresentati, pari al 40% fra i 1300 espositori totali.