Vicenzaoro Highlights, Settembre 2024: Destinazione Made in Italy
Il gioiello Made in Italy, dopo essere sbarcato al Lido di Venezia e alla Mostra d'Arte Cinematografica, trionfa a Vicenzaoro dove ha preso il via un'edizione dalle grandi premesse, grazie a un export in continua crescita, pari al 30% rispetto al 2019
A meno di un'ora di distanza da Vicenza si sta svolgendo un altro evento dal sapore decisamentevglamour: l'81° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica dellavBiennale di Venezia, edizione che verrà ricordata anche per il debutto di un nuovo riconoscimento fuori gara, il Premio Gina Lollobrigida, pensato per i talenti nei campi di arte, fotografia, pittura, scultura, moda, design e, ovviamente, cinema. Ebbene, lì, su quel palco, accanto a Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, c'era anche una forte rappresentanza del nostro amato mondo orafo nella persona di Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi. Suo il compito di progettare e realizzare la statuetta ispirata appunto alla grande diva scomparsa a gennaio 2023, da oggi icona del connubio fra la tradizione orafa e la "settima arte", il cinema.
Piaserico ha ricordato questo momento durante l'Opening Ceremony di Vicenzaoro svoltasi ieri nel Teatro Palladio, che come di consueto ha visto sfilare sul palco alcune personalità delle istituzioni locali e nazionali, accanto al "padrone di casa", il presidente di IEG Maurizio Renzo Ermeti. «Il Made in Italy è riconosciuto in molti settori, ma c'è ancora tanto da fare per la gioielleria, che non rientra a pieno titolo in questo concetto per così dire universale», ha affermato Piaserico. Il presidente Ermeti ha invece fatto cenno ai numeri di questa edizione già definita straordinaria - più di 1200 brand espositori provenienti da 35 Paesi di cui il 40% dall'estero - toccando poi le tappe principali di una storia lunga 70 anni. «L'ultimo capitolo di questa storia è iniziato nel 2016, quando c'è stata la fusione fra Fiera di Vicenza e Rimini Fiera, che ha sancito la nascita di Italian Exhibition Group. Sin dalle prime edizioni firmate IEG ci siamo resi conto che Vicenza correva il rischio di perdere l'opportunità di svilupparsi, lasciando campo libero alla concorrenza internazionale. Da qui, il progetto ambizioso del restyling attualmente in corso, che rivoluzionerà l'esperienza dei buyer e delle aziende espositrici. E di questo dobbiamo ringraziare Matteo Farsura e Mario Vescovo, "pilastri" dei molti pilastri che da qui ai prossimi mesi vedranno nascere il nuovo quartiere fieristico».
Dopo i saluti di Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza, e Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza, ha preso la parola Fabrizio Lo Basso, direttore centrale per l'internazionalizzazione economica del Ministero degli Esteri, che si è soffermato sul termine luxury, associato di default al Made in Italy. «Luxury deriva da luxus, "abbondanza di cose belle", quindi è lecito dire che le nostre imprese profondono bellezza, diffondendo un messaggio positivo che il Ministero Affari Esteri supporta con forza e responsabilità e numerose iniziative». In scia a questo tema è giunto l'intervento di Matteo Zoppas, presidente di Agenzia ICE. «L'export italiano vale quest'anno 625 miliardi, in linea con il 2023 pur registrando circa un -1% che comunque corrisponde a una crescita del 30% rispetto al 2019. Anche la produzione all'estero è in aumento, di 10 punti percentuali pari a 7 miliardi di euro». Dati più che confortanti che nella realtà veneta trovano una delle insostituibili roccaforti del Made in Italy, come ha ribadito Roberto Marcato, assessore regionale alle Attività Produttive: «Il Veneto vede attive nel comparto 1.121 imprese, 873 delle quali artigiane, e il 51,4% del totale è a Vicenza, con 5.600 addetti. E quanto all' export gioiellieri, equivale a 2,6 miliardi l'anno, pari a un + 16% sul 2023». Un segno "+" che trova il suo fertile humus in Vicenzaoro.
Piaserico ha ricordato questo momento durante l'Opening Ceremony di Vicenzaoro svoltasi ieri nel Teatro Palladio, che come di consueto ha visto sfilare sul palco alcune personalità delle istituzioni locali e nazionali, accanto al "padrone di casa", il presidente di IEG Maurizio Renzo Ermeti. «Il Made in Italy è riconosciuto in molti settori, ma c'è ancora tanto da fare per la gioielleria, che non rientra a pieno titolo in questo concetto per così dire universale», ha affermato Piaserico. Il presidente Ermeti ha invece fatto cenno ai numeri di questa edizione già definita straordinaria - più di 1200 brand espositori provenienti da 35 Paesi di cui il 40% dall'estero - toccando poi le tappe principali di una storia lunga 70 anni. «L'ultimo capitolo di questa storia è iniziato nel 2016, quando c'è stata la fusione fra Fiera di Vicenza e Rimini Fiera, che ha sancito la nascita di Italian Exhibition Group. Sin dalle prime edizioni firmate IEG ci siamo resi conto che Vicenza correva il rischio di perdere l'opportunità di svilupparsi, lasciando campo libero alla concorrenza internazionale. Da qui, il progetto ambizioso del restyling attualmente in corso, che rivoluzionerà l'esperienza dei buyer e delle aziende espositrici. E di questo dobbiamo ringraziare Matteo Farsura e Mario Vescovo, "pilastri" dei molti pilastri che da qui ai prossimi mesi vedranno nascere il nuovo quartiere fieristico».
Dopo i saluti di Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza, e Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza, ha preso la parola Fabrizio Lo Basso, direttore centrale per l'internazionalizzazione economica del Ministero degli Esteri, che si è soffermato sul termine luxury, associato di default al Made in Italy. «Luxury deriva da luxus, "abbondanza di cose belle", quindi è lecito dire che le nostre imprese profondono bellezza, diffondendo un messaggio positivo che il Ministero Affari Esteri supporta con forza e responsabilità e numerose iniziative». In scia a questo tema è giunto l'intervento di Matteo Zoppas, presidente di Agenzia ICE. «L'export italiano vale quest'anno 625 miliardi, in linea con il 2023 pur registrando circa un -1% che comunque corrisponde a una crescita del 30% rispetto al 2019. Anche la produzione all'estero è in aumento, di 10 punti percentuali pari a 7 miliardi di euro». Dati più che confortanti che nella realtà veneta trovano una delle insostituibili roccaforti del Made in Italy, come ha ribadito Roberto Marcato, assessore regionale alle Attività Produttive: «Il Veneto vede attive nel comparto 1.121 imprese, 873 delle quali artigiane, e il 51,4% del totale è a Vicenza, con 5.600 addetti. E quanto all' export gioiellieri, equivale a 2,6 miliardi l'anno, pari a un + 16% sul 2023». Un segno "+" che trova il suo fertile humus in Vicenzaoro.