Vacheron Constantin e l’Era Digitale

La storica maison elvetica e l’Institute for Digital Archaeology insieme per illustrare l’evolversi di 1000 anni di storia dell’orologeria meccanica. In mostra fino al 14 dicembre a Oxford e da gennaio a New York


A Oxford, da sempre una delle “capitali” della cultura mondiale, dal 2012 ha sede anche l’Institute for Digital Archaeology (IDA). Ebbene sì, giunti già all’era del 4.0, della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale che hanno invaso ogni aspetto della nostra quotidianità, era ora che ci fosse anche un’istituzione che si occupasse dell’archeologia del digitale. E ora, l’IDA, insieme a Vacheron Constantin, fondata nel 1755, indaga anche l’evoluzione nei secoli della misurazione del tempo. Come? Con l’esposizione “The Heartbeat of the City: 500 Years of Personal Time”, in mostra fino a 14 dicembre 2020 all’History of Science Museum di Oxford. Una vera e propria celebrazione di 1000 anni di orologeria meccanica e 500 di orologeria svizzera, con una selezione di segnatempo che hanno fatto la storia della maison e non solo. In particolare, da ammirare dodici modelli, fra cui uno dei primissimi orologi da tasca con suoneria della Maison, un segnatempo con ripetizione dei quarti del 1816 e un rarissimo, particolare orologio per non vedenti realizzato nel 1964.

“La storia della misurazione del tempo è scandita da invenzioni e scoperte che ne fanno una delle avventure umane più sorprendenti. Con i suoi 265 anni di storia, la nostra Maison è da sempre protagonista di questa avventura, grazie al genio dei nostri antenati orologiai, la cui eccellenza è una delle motivazioni che ci spingono a fare sempre del nostro meglio. Questa esposizione, alla quale siamo particolarmente orgogliosi di partecipare, è il riconoscimento dell’importanza dell'orologeria nella società”, afferma Louis Ferla, Ceo di Vacheron Constantin. Roger Michel, fondatore dell’IDA, aggiunge: “Senza metodi per misurare e tenere traccia del tempo, perdiamo la capacità di apprezzarne il passaggio. In pratica, il tempo perde di significato. Un orologio o un calendario, dunque, non sono solo dispositivi per misurare il tempo, ma ne esprimono anche l’interpretazione umana”.

L’esposizione si trasferirà a New York nella primavera del 2021.

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