Una questione di smalto
Artisti del calibro dei leggendari René Lalique e Georges Fouquet esistono ancora e uno di loro vive e lavora a Mosca. Si tratta di Ilgiz Fazulzyanov, conosciuto anche come ‘il Re dello smalto’.
Colorato, brillante e levigato, nelle mani di un artista lo smalto si può trasformare nei modi più imprevedibili. Le creazioni in smalto possono essere paragonate alle opere degli impressionisti perché un artista che decide di usare questo materiale può spaziare in una dimensione simile, per comunicare il suo temperamento con grande poesia e delicatezza. Oggi come oggi il numero dei progessionisti esperti in grado di lavorare lo smalto è molto più limitato rispetto al passato per via delle difficoltà tecniche e dell’impegno che richiede la lavorazione.Ciò nonostante artisti del calibro dei leggendari René Lalique e Georges Fouquet esistono ancora e uno di loro vive e lavora a Mosca. Si tratta di Ilgiz Fazulzyanov, conosciuto anche nell’ambiente come ‘il Re dello smalto’. Più di vent’anni fa Ilgiz Fazulzyanov ha messo a punto una tecnica per lavorare lo smalto e da allora questo materiale è sempre stato una presenza costante nelle sue creazioni. I gioielli che realizza, distribuiti sotto il marchio Ilgiz F., sono insolitamente espressivi, luminosi e unici. Perché? Lo scoprirete leggendo l’intervista che segue in cui Ilgiz parla delle diverse varietà di smalto e della sua esperienza nella lavorazione di questa ‘preziosa patina’.
Come introduzione facciamo un tuffo in un passato remoto quando si arrivava a realizzare gioielli dopo essersi specializzati in pittura, disegno su seta e lavorazione del vetro colorato.
Se iniziamo con il mio passato, bisogna sottolineare che la mia preparazione è stata decisamente di tipo accademico. Essenzialmente sono un pittore, ma poi la vita mi ha portato a lavorare nel campo della gioielleria. Però non c’èra mai abbastanza colore per me! Come artista ho bisogno di lavorare con una palette molto ricca e varia, perché con i colori si possono trasmettere sensazioni e dare carattere alle opere che si realizzano. Nel 1997 ho scoperto lo smalto ed ho imparato come lavorarlo nel giro di un mese, letteralmente. Poi con questo materiale ho rifatto un’intera collezione che avevo intenzione di esporre ad una mostra di antiquariato in Francia.
E com’è stato possibile mettere in pratica questo suo ‘trucco’ tecnicamente parlando? Non dev’essere così semplice come dipingere un acquerello, dove si mescolano acqua e colori e basta...
Infatti più lavoro con lo smalto e più mi convinco che non si tratta solo di imparare le tecniche di lavorazione ma anche di istinto, di capire veramente il materiale. Quello che sento a livello istintivo con lo smalto è quello che provano le persone interagendo tutti i giorni. Se l’intuizione di un artista è ben sviluppata, allora tutto va per il verso giusto. A volte i miei colleghi usano lo smalto in maniera errata, i lavori sembrano opachi e lo smalto si spezza. Poi ci lavoro io e il problema è risolto. È proprio inspiegabile, vero?
Lei afferma che tutto dipende dall’intuito dell’artista, per cui per alcuni lo smalto è soltanto un materiale, mentre per altri è un qualcosa che deve essere sentito e capito.
Sì, esattamente. Per prima cosa vediamo di capire cos’è lo smalto. Si tratta di una forma naturale di quarzo. Il quarzo contiene sia informazioni sia energia, e bisogna ‘conversare’ con lo smalto nella sua stessa lingua se si vuole lavorarlo. Bisogna saper sentire quanto spesso dovrà essere uno strato di smalto ed in che modo deve essere applicato. Dal momento che è molto difficile attaccare diversi tipi di smalto tra di loro, si usa spesso la tecnica cloisonné, o alveolata, con cui si ottiene un mosaico colorato e vari blocchi di colore. Oggigiorno sono pochi gli artisti che riescono a unire bene diversi smalti e per quanto qualcuno sia bravo, non si possono mettere insieme colori a caso.
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Flora and fauna are the sources of inspiration for this amethyst ring.
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Ring with a central sapphire and pavé diamonds.
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Undulating carp create this ring set with moonstones.
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Ascoltandola comincio a capire quanto sia difficile questo tipo di lavorazione.
Sì, non è facile lavorare con lo smalto. Cosa ancor più difficile è lavorare con smalti vetrosi, perché richiedono una delle tecniche più complesse e difficili. Praticamente un ornamento in metallo senza fondo viene riempito con frammenti di quarzo, creando così uno strato semi-trasparente. Lo smalto vetroso spesso è usato soltanto su superfici piatte ma, applicando le leggi della fisica e della matematica, sono riuscito a cambiare le regole. Ho provato a mettere lo smalto vetroso sui bordi curvi di un gioiello, diciamo un anello con un disegno a nido d’ape, per esempio.
Può spiegare il procedimento in poche parole per chi non ne sa niente?
Lo smalto si presenta come tanti frammenti di vetro frantumati il più finemente possibile. Dopodiché si usa un pennellino o un bastoncino per spalmare uno strato sottile sulla superficie del pezzo che si sta lavorando. Infine si metter il pezzo in forno per farlo cuocere ad una determinata temperatura, per un certo periodo di tempo.
E come fa lo smalto a diventare colorato? Com’è possibile fargli prendere colore?
Per dare allo smalto un determinato colore bisogna aggiungere un certo numero di componenti colorati (pigmenti o tinture). Grazie a queste sostanze si possono ottenere quasi tutti i colori. Comunque il rosso vivo è molto raro e difficile da ottenere, perché sono tantissime le tonalità quando si lavora il rosso.
Band featuring dragonflies.
Quali tonalità le vengono in mente?
Prima di tutto il pezzo deve essere continuamente osservato durante la cottura per capire quale strato di smalto bisogna applicare e a che punto bisogna tirarlo fuori dal forno. Se lo strato è troppo spesso allora il colore sarà opaco, mentre se è troppo sottile è impossibile sapere cosa succederà. Bisogna riuscire a capire per quanto tempo deve cuocere il pezzo e come raffreddarlo. Il raffreddamento può essere graduale o veloce, si può usare il metodo più comune oppure va controllato a vista.
Mi sembra di capire che lo smalto non è sempre perfetto alla fine del procedimento, e può rompersi o spaccarsi.
Tutto dipende dal tipo di smalto. Oltre alle varietà adatte alle alte temperature o a quelle basse (a freddo), ci sono altri tipi di smalto che possono essere induriti con lampade ultraviolette. Sono tutti diversi in termini di durevolezza. Gli smalti che uso io sono quelli da lavorare ad alte temperature. Li riscaldo a 950 gradi per fare in modo che il metallo e lo smalto si uniscano bene e rimangano ben saldi.
Perciò è come se si fondessero insieme?
Sì. La temperatura di fusione iniziale dell’oro è 900 gradi ma per lo smalto è 950, perciò quando gli strati superiori dell’oro iniziano a sciogliersi, lo smalto inizia a fissarsi nel metallo. Però l’oro si scalda molto velocemente, quindi è importante tirare fuori il pezzo dal forno al momento giusto per evitare che si sciolga del tutto. La cosa più difficile è proprio “azzeccare” il momento giusto. Ecco perché è impossibile produrre in serie gioielli come i miei.
Quando certi gioielli preziosi diventano una serie di creazioni di lusso, ogni singolo pezzo deve essere ammirato separatamente o in piccoli gruppi. Ogni pezzo che ha colorato questa intervista ha un suo carattere. Questo è un esempio perfetto di come i moderni creatori di gioielli hanno oltrepassato i confini della creatività tradizionali ed hanno fatto della lavorazione a smalto una vera e propria forma d’arte •
di Katerina Perez