Arriva il Passaporto Digitale del Lusso

Criptovalute e marketplace creati ad hoc. Con Aura Blockchain Consortium nasce la filiera di produzione controllata e sicura


ETH è la sigla che identifica una tecnologia gestita da una community che alimenta la criptovaluta Ether (da cui ETH) e migliaia di applicazioni decentralizzate. L’abbreviazione deriva a sua volta da Ethereum, sistema di blockchain fra i più innovativi al mondo, nato da un brillante Millennial imprenditore dell’high tech, Vitalik Buterin. Classe 1994, Vitalik è il geniale programmatore russo naturalizzato canadese che nel 2014, grazie alla sua avveniristica creatura, Ethereum appunto, si è aggiudicato l’ambito World Technology Award, un premio attribuito fra gli altri a un certo Elon Musk. Se già qui non avete capito di cosa si sta parlando, siete in buona compagnia, perché comprendere davvero cosa si nasconde al di là dello schermo è difficile, soprattutto se si inizia a parlare di valori monetari che in qualche click possono crescere esponenzialmente. Come è accaduto nell’agosto del 2021 con la Genesis Collection di Dolce & Gabbana, capsule di 9 abiti digitali venduti in poche ore a 6 milioni di dollari, realizzata in collaborazione con UNXD, marketplace supportato da Polygon Network, piattaforma blockchain per prodotti digitali di lusso. Dopo questo esperimento decisamente ben riuscito, D&G hanno poi approcciato anche il mondo della gioielleria con The Impossible Tiara, creata virtualmente sempre da UNXD ma disegnata dal team della maison dedicato al segmento jewelry “tradizionale”, guidato dalla gemmologa Loredana Sangiovanni. Il risultato è stato dunque un vero e proprio pezzo one-of-a-kind con una “carta di identità” definita nei minimi dettagli, né più né meno che un gioiello da toccare e indossare sulla pelle: oro bianco e giallo 24 carati, 16 carati di berillo centrale più due berilli di 4.6 carati ciascuno a contorno, 17.34 carati di tormaline di un turchese, per un prezzo finale di 99.09 ETH, pari a 132.123,31 $. Ether, UNXD, Polygon… Ce n’è già abbastanza per stimolare le sinapsi, e per chi di questo mercato, fisico e virtuale, è top player, per investire in una deriva che pare molto proficua. A pensarlo sono stati anche brand come LVMH, Mercedes-Benz, OTB, Prada Group e Cartier, che hanno unito le forze e creato ciò che mira a diventare il punto di riferimento di questo vasto mercato ultraterreno, che va dalla borsa al gioiello fino all’automotive.

 

Si arriva così al 20 aprile 2021, giorno del debutto ufficiale di Aura Blockchain Consortium, un’organizzazione non-profit che, come da definizione, offre soluzioni blockchain esclusivamente alle aziende del lusso. Un unicum nel panorama mondiale anche perché per la prima volta vede schierati fianco a fianco brand protagonisti del segmento luxury da sempre competitor. Ma a cosa serve Aura Consortium e qual è la sua mission? In pratica, i marchi che vi aderiscono possono emettere una sorta di passaporto dei propri prodotti digitali che certifica chi, come e quando è stato realizzato, al fine di attribuirgli un valore di mercato sicuro per il cliente che potenzialmente può crescere nel tempo e tramutarsi quindi in una sorta di investimento. La garanzia è sia per le aziende che decidono di sfruttare questo strumento - che in questo modo sono tutelate secondo le norme EU e possono personalizzare tale passaporto in base alle proprie esigenze ma secondo standard internazionali - sia per il consumatore, che può acquistare in sicurezza, consapevole dei seguenti parametri, intangibili ma fondamentali per far sì che il tutto si riveli davvero un investimento con un ritorno economico: autenticità, tracciabilità e origine del prodotto, policy del trattamento rifiuti, trasparenza, copyright, trasferimento di proprietà, garanzia elettronica e assicurazione, identità della copia digitale... Se dunque per il marchio in questione si attua un processo virtuale e virtuoso di customer engagement, per il compratore si innesca un meccanismo assai agile di ingresso in una community esclusiva e alto spendente, che si alimenta del desiderio puramente edonistico di possedere qualcosa di collezionabile e non accessibile a chiunque. E qui si compie la mission di Aura Consortium: minting, gifting, selling, ossia “monetizzare, regalare, vendere attraverso i digital collectibles, là dove la creatività incontra la proprietà”. La “messa a terra” di tutto ciò si trova per esempio nella collezione Prada Timecapsule, che attualmente vede 224 acquirenti, per un volume d’affari totale di 41 ETH, pari a circa 75.000 $. Una goccia nel mare per il colosso di Miuccia e Patrizio Bertelli, ma una fonte di guadagno fino a un paio di anni fa neanche lontanamente immaginabile.


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