Le Tiare Divine di Chaumet

Il nuovo volume dedicato a Chaumet di Thames & Hudson, è un omaggio alla creatività “regale” della maison parigina. Con una carrellata di 200 diademi e corone che hanno fatto la storia della gioielleria e non solo



Dopo due anni in tour nel mondo con la mostra “Chaumet in Majesty, Jewels of Sovereigns since 1780,” ecco la monografia di Thames & Hudson “Chaumet Tiaras: Divine Jewels”. Una rassegna di circa duecento corone e tiare, che in realtà sono solo un piccolo estratto di quell’immenso patrimonio di oltre 66.000 pezzi fra disegni, fotografie e modelli in maillechort (una speciale lega di rame, nichel e zinco), conservati al 12 di Place Vendôme. Là dove il marchio ha sede da quasi un secolo e mezzo e là dove si trova anche il Salon des Diadèmes, spazio che rende omaggio alla lunga tradizione della Casa nella realizzazione di tiare & co. A dare abbrivio a questa gloriosa “storia nella storia” della maison fu nel 1805 Marie-Étienne Nitot, fondatore già nel 1780 del marchio Nitot & Fils, diventato in breve tempo il gioielliere ufficiale dell’imperatore Napoleone I e di Giuseppina Bonaparte. Committenze che gli aprirono le porte della nobiltà di mezza Europa, dando il là a una florida stagione di gioielli straordinari. Uno per tutti, la tiara per Caroline Murat, Regina di Napoli, seguita dai numerosi capolavori realizzati dai suoi successori. In particolare, fu Jean-Baptiste Fossin il prolifico autore di pezzi unici quali la tiara Pansy e la Leuchtenberg. Arrivò poi l’era di Joseph Chaumet, che nel 1885 rilevò l’azienda e aprì la sede in Place Vendôme. Dal suo laboratorio uscirono la tiara Fuchsias, nota anche come Bourbon – Parma, la tiara per la Marchesa de Talhouët, e la Fleuron, che adornò il capo di Edwina Contessa Mountbatten di Burma, l’ultima Viceregina d’India. Una kermesse di bellezza mai finita, e che anzi continua a nutrirsi di nuova linfa, grazie a collezioni come la Nature de Chaumet, che nel 2016 ha visto sbocciare la tiara Firmament Apollinien, e a progetti come quello del contest lanciato nel 2017 dalla London’s Central Saint Martins per la rielaborazione di una tiara in versione XXI secolo. Risultato, The Vertiges, disegnata da Scott Armstrong, ispirata a un giardino formale francese. L’antico rivisto da mano e pensiero contemporanei.

 

Tiaras



Share this article:

Iscriviti alla nostra Newsletter

Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente. Aggiorna ora

×