Nuovi Stili, Uno Sguardo ai Designer dell'Est

Minimali e no gender, meticolosamente strutturati per essere multifunzionali. Ma soprattutto modernissimi. I gioielli pensati da alcuni designer dell’Est Europa sono guidati da un pensiero comune


Nomis

Versatili, innovativi e no gender. Sono le creazioni di Nomis, marchio che richiama l’attenzione per lo stile anticonvenzionale e audace, attraversato da un’elegante nonchalance. «Per me era importante creare bei gioielli che potessero essere indossati sia da uomini sia da donne. Credo che questo sia il futuro: nessuna distinzione tra maschio e femmina. Sono anche fortemente convinta che le pietre create in laboratorio saranno sempre più di uso comune, e mi piacerebbe essere una pioniera in questo campo. Da bambina giocavo sempre con i Lego e amavo collegare e combinare pezzi diversi: si può notare come questa dinamica abbia influenzato la mia prima collezione, in cui gli orecchini possono trasformarsi in pendenti per collane e gli anelli possono essere indossati come earcuff. È tutta una questione di versatilità e stile personale», racconta Alyona Kiperman, che lo scorso giugno 2020, a Kiev, ha fondato Nomis. Appassionata di innovazione e attentissima alla sostenibilità, la designer sceglie personalmente ogni pietra nei laboratori della città: diamanti bianchi, zaffiri blu e gialli, smeraldi verdi e rossi da associare a oro 18 carati. Una preziosità che assume forme sinuose e svettanti ma altrettanto discrete ed essenziali, tanto da rendere ogni gioiello perfetto per essere indossato quotidianamente, in modo creativo e personale. 

 

«Per me era importante creare bei gioielli che potessero essere indossati sia da uomini sia da donne. Credo che questo sia il futuro: nessuna distinzione tra maschio e femmina. Sono anche fortemente convinta che le pietre create in laboratorio saranno sempre più di uso comune, e mi piacerebbe essere una pioniera in questo campo. Da bambina giocavo sempre con i lego e amavo collegare e combinare pezzi diversi: si può notare come questa dinamica abbia influenzato la mia prima collezione, in cui gli orecchini possono trasformarsi in ciondoli per collane e gli anelli possono essere indossati come earcuff. È tutta una questione di versatilità e stile personale»


  • Gold and lab emerald whole earcuff/ring, gold and lab yellow sapphire whole earcuff/ring, gold and lab emerald whole earcuff/phalanx ring, gold and silicium whole earcuff/phalanx ring, Nomis.

    Gold and lab emerald whole earcuff/ring, gold and lab yellow sapphire whole earcuff/ring, gold and lab emerald whole earcuff/phalanx ring, gold and silicium whole earcuff/phalanx ring, Nomis.

  • Gold Light earcuff/ring, gold lab yellow sapphire whole earcuff/ring, gold Basic earoval, gold earclip, Nomis.

    Gold Light earcuff/ring, gold lab yellow sapphire whole earcuff/ring, gold Basic earoval, gold earclip, Nomis.

AKA Jewellery

Lituana ma con base a New York, Ausra Bankauskaite ha fondato il marchio Aka Jewellery nel 2017, per dare casa alle sue creazioni dalla duplice natura: sospese in un limbo concettuale dove l’arte incontra la gioielleria, sono caratterizzate da una struttura metodica, per fondersi in totale armonia con le linee corpo, ma, una volta riposti, si trasformano in un affascinante pezzo d’arte contemporanea da osservare. La sua collezione S/S 21 fa un passo in una nuova direzione, presentando una serie di gioielli suddivisi in parti modulari. «Ho sempre giocato con la multifunzionalità e la modularità nel mio lavoro e dopo aver creato pezzi che possono essere indossati in modi diversi, mi sono resa conto che possono anche essere abbinati e indossati tutti insieme, lasciando che chi li indossa crei la sua versione personale di Aka Jewellery». Come l’EG cuff, un orecchino costituito da parti circolari e barre, in oro e argento, che possono essere regolate e composte in diversi modi. Inoltre, ogni pezzo può anche essere comprato singolarmente. Una proposta che custodisce in sé un’intenzione sensibile al tema della sostenibilità: «Permettere che un gioiello possa essere indossato in diversi modi è in qualche modo un atto di sostenibilità. Le parti modulari sono state pensate per abbinarsi anche ai gioielli che già si posseggono. Voglio che i miei clienti usino la loro personale vena creativa».

  • A set of ADD-on01 and a EG1 ear cuff, including one connecting chain, all hand made in sterling silver, Aka Jewellery.

    A set of ADD-on01 and a EG1 ear cuff, including one connecting chain, all hand made in sterling silver, Aka Jewellery.

MARULA

 

Nata in Serbia, Maja Brkovic ha trascorso l’infanzia in Africa Meridionale, per ritornare a studiare nel paese natale, continuare gli studi a Los Angeles, e concluderli a Londra presso il GIA (Gemological Institute of America), per conoscere a fondo il mondo delle pietre preziose e dei metalli. Infine, nel 2018 ha lanciato il suo marchio Marula, a Milano. Abbastanza scontato che il suo stile sia la sintesi di diverse influenze culturali e artistiche. Partendo proprio dal nome che indica uno fra i più amati alberi indigeni africani. Ispirata dalle opere di CY Twombly, Mark Rothko, Brancusi, e dai movimenti Dada, Bauhaus e Neo-Brutalismo, Maya fonde elementi architettonici con pattern tradizionali di antiche civiltà, per creare gioielli contemporanei dalle forme flessuose che seguono delicatamente le linee del corpo. «Quando ho iniziato a creare la prima collezione di gioielli, il mio pensiero era di arricchirla di tutte le mie impressioni, passioni e di pensieri quotidiani. Avendo studiato pittura nell'ambito delle arti applicate, di solito comincio da un disegno astratto, mettendo giù le idee come fosse un collage. In questo modo, cerco di sintetizzare ciò che ho imparato con i miei studi, che vanno dall'architettura brutalista all'antico Egitto. Solo in un secondo tempo, riduco tutti gli elementi al loro essenziale».

 Eastward2
Light Line earcuff in yellow gold, Marula.

«Quando ho iniziato a creare la prima collezione di gioielli, il mio pensiero era di arricchirla di tutte le mie impressioni, passioni e di pensieri quotidiani. Avendo studiato pittura nell'ambito delle arti applicate, di solito comincio da un disegno astratto, mettendo giù le idee come fosse un collage. In questo modo, cerco di sintetizzare ciò che ho imparato con i miei studi, che vanno dall'architettura brutalista all'antico Egitto. Solo in un secondo tempo, riduco tutti gli elementi al loro essenziale»

Share this article:

Iscriviti alla nostra Newsletter

Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente. Aggiorna ora

×