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Vicenzaoro Highlights, Settembre 2024: Il Ruolo dell’Oro nello Scenario della Guerra

Nell'incontro del Club degli Orafi, l'intervento di Alessandro Aresu, consigliere scientifico della rivista italiana di geopolitica Limes, ha lanciato una provocazione sul tavolo di incontro


In uno scenario geopolitico mondiale di forte complessità, con una "grande guerra" - come viene definita da Limes - composta dal conflitto mediorientale e da quello russo-ucraino, oltre a quelle poco considerate come in Yemen, di cui si è parlato solo quando ha influito sulla logistica dei traffici via mare, il tema sul "ruolo" dell'oro diventa sempre più di attualità. Come si inserisce dunque in queste dinamiche? «Questo è un secolo di sanzioni, spiega Aresu. Dal 2000 al 2021, quelle comminate dagli Usa sono aumentate di nove volte, acquisendo così un tale potere da limitare le transazioni commerciali. Attraverso l'uso del dollaro, alcuni Paesi e aziende vengono esclusi dai circuiti commerciali tradizionali per il problema del dominio di tale valuta anche nelle riserve. L'ascesa mondiale della Cina invece, ha influito sul dominio produttivo e commerciale, ma non su quello finanziario dell'Impero Celeste. È in questa dinamica che si inserisce il tema dell'oro, che diventa così la vera alternativa al dollaro. Un numero crescente di Paesi, molto importanti da un punto di vista demografico e di flussi energetici, così come commerciali ed economici, ha voglia di sganciarsi da una perfetta aderenza a un sistema incentrato sul dollaro. Perché nel momento in cui aumenta la conflittualità con la Cina, il sistema diventa più aggressivo. E per evitare le sanzioni e crearmi ulteriori possibilità in futuro, cosa faccio? Diversifico investendo in oro. Ma non tutti la pensano così. Warren Buffet, infatti, il più grande investitore al mondo, amante di liquidità, è sempre stato contro l'investimento in oro», chiarisce Alessandro Aresu. «A Buffet l'oro non piace, perché a suo avviso è una scommessa sulla paura e Warren non scommette sulla paura. E in parte ha ragione perché la verità è che questi conflitti, per loro struttura, non hanno una soluzione facile. Per questo motivo la scommessa sulla paura, pur con i suoi saliscendi, continua a essere una buona scommessa», conclude.

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