L'Epopea di Chopard: in Dialogo con Simona Zito

La ripercorriamo insieme alla General Manager Italia della maison elvetica, fondata nel 1860 da Louis- Ulysses Chopard, ancora oggi modello esemplare per chi vuole fare impresa


  • Simona Zito

    Simona Zito

Cenni, mode, crisi e tendenze?
I fattori che hanno permesso alla maison Chopard di continuare a brillare nel firmamento dell’orologeria e della gioielleria sono in primis il fatto di essere una “azienda familiare” e quindi di godere di una coesione e di una indipendenza notevoli. In secondo luogo la capacità di trasmettere di generazione in generazione i valori di eticità e passione che hanno portato la maison a essere la prima realtà del lusso ad approcciarsi nel 2013 al discorso di sostenibilità con il progetto The journey to sustainable luxury, che da luglio 2018 ha comportato l’oro etico per tutta la produzione Chopard e la certificazione di una serie di pietre preziose utilizzate dalla maison. Infine, l’impegno, che continua grazie alla adesione all’iniziativa Steel Zero del Climate Group, per accelerare la transizione verso un acciaio a zero emissioni. La speciale lega di acciaio utilizzata per i nostri orologi, il Lucent Steel, è composta per l’80% da acciaio riciclato, per abbassare l’incidenza del carbon footprint così come dell’inquinamento prodotto dalla lavorazione dell’acciaio.

I pezzi del brand che hanno contribuito a fare la storia dell'alta gioielleria?
L’Alta Gioielleria Chopard è da sempre un segmento importantissimo anche grazie alla straordinaria intraprendenza della Co Presidente e Direttrice Artistica Caroline Scheufele che dal 1998 ha legato il suo brand al Festival di Cannes diventando sponsor ufficiale. Ogni anno realizziamo una collezione a tema, la Red Carpet, con tanti pezzi quante sono le edizioni della manifestazione. Il tema del 2024 era Contes de Fées, ovvero le fiabe. Per quanto riguarda i pezzi che hanno fatto la storia da citare assolutamente The Garden of Kalahari, una parure nata da un diamante grezzo da 342 carati, dal colore perfetto e dall’assoluta purezza: The Queen of Kalahari, colore D, purezza F. La scoperta di questo diamante fuori dal comune ha dato vita a un insieme di 23 diamanti – The Garden of Kalahari appunto – di cui cinque superano i 20 carati di colore perfetto e purezza assoluta. L’altra grande opera d’arte riguarda uno smeraldo straordinario, l’Insofu, da 6.225 carati, scoperto alcuni anni fa nella miniera di Kagem, nello Zambia. Sfidando le convenzioni, Chopard ha acquistato l’Insofu nella sua forma grezza, per poi essere tagliato nei nostri laboratori ginevrini e a Jaipur. Nel 2024 è stata presentata una capsule disegnata a quattro mani da Caroline Scheufele e Julia Roberts, ma è nel 2025 che saranno finalmente svelate le altre creazioni.

Cosa consentirà al brand di attraversare altre stagioni e sfide?
Essere fedeli a sé stessi e credere fortemente nella mission del proprio brand è senza dubbio una base solida da cui partire, a cui tornare, su cui costruire successi e iniziative. Il nostro claim è “the artisan of emotions since 1860”, che allude all’artigianalità ovvero la capacità e la possibilità di seguire tutte le fasi della lavorazione di un gioiello o orologio grazie alla manifattura interna ed indipendente, e all’emozione e alla passione che da sempre contraddistinguono le nostre collezioni. Aggiungo la “atemporalità” ovvero la capacità di attraversare le generazioni e continuare a portare avanti un business internazionale e familiare insieme.

Quali caratteristiche deve avere un'azienda per guardare al futuro con fiducia?
Fondamentale, ancora una volta, avere una passione, un sogno, un’idea. Occorre essere forti nelle proprie convinzioni. Viviamo in un'epoca di grande frenesia e velocità. Siamo fagocitati da eventi, notizie, da una proliferazione di marchi e di storie. Occorre ovviamente essere al passo coi tempi in termini di know-how tecnologico, marketing e comunicazione ma sono altresì convinta che occorrano sempre basi solide senza le quali è impossibile impostare un racconto duraturo.

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