Aldo Cipullo: Come Rendere Moderni I Gioielli

Pubblicato da Assouline, scritto da Vivienne Becker con prefazione di Renato Cipullo, questo libro celebra l'artista italiano Aldo Cipullo, famoso nel mondo per aver generato i gioielli più iconici di Cartier


«Disegno per oggi pensando a domani». C'è tanto in questa frase di Aldo Cipullo, designer italiano nato a Napoli nel 1935 da una famiglia di gioiellieri, conosciuto in tutto il mondo per il piglio innovatore ed enigmatico, ma soprattutto per aver stravolto i canoni estetici della maison Cartier. E se oggi ci si chiede ancora quanto ci sia di moderno in un gioiello, dobbiamo forse riavvolgere il nastro e tornare negli anni 60/70, quando un giovane napoletano poco più che ventenne già definiva il suo lavoro come «transizione da un gioiello prezioso, formale e stravagante a un talismano da indossare tutti i giorni per riflettere lo spirito del tempo». Aldo Cipullo è stato il protagonista indiscusso di un radicale cambiamento nel lessico decorativo del tempo. Era intrigato dalla cultura americana e dal mondo di Hollywood, indossava solo blue jeans con risvolto alla James Dean, che ordinava direttamente da Sears & Robuk, e amava Marlon Brando. Dice di lui l'autrice del libro Vivienne Becker: «Nel periodo dorato della Fifth Avenue, Cartier New York si stava adattando ai radicali cambiamenti dell'epoca, a un nuovo ordine sociale che chiedeva una ridistribuzione della ricchezza e alla nascita di una nuova generazione, rivoluzionaria in fatto di gusti e stile. Aldo Cipullo fu determinante per la maison Cartier New York - all'epoca indipendente da Parigi - nel traghettarla verso una nuova era. Fece capire loro il valore dell'urban style, della necessità di stravolgere il modo di concepire un gioiello per renderlo più democratico e dirompente, bilanciando quella parte del caveau già ricco di pietre rare e preziose, di opulenza e creazioni elaborate, tipiche dell'heritage Cartier. Intuì come parlare e raggiungere le nuove generazioni con un design innovatore e come far dialogare più mondi diversi». A New York dal 1959, dopo aver studiato alla School of Visual Arts, Cipullo entrò da David Webb per poi approdare da Tiffany & Co. dove iniziò a sviluppare un linguaggio creativo, che orientò la sua futura cifra stilistica. E fu proprio un "rejected" del brand americano di fronte al disegno del bracciale Love, a fare spalancare ad Aldo Cipullo le porte di Cartier. Michael Thomas, Ceo di Cartier New York, capì subito il valore di quell'idea. Mise in produzione il bracciale e accolse nella sua squadra l'artista italiano che da quel momento siglò alcuni tra i pezzi più iconici del brand francese, tra cui il Juste un Clou, il famoso bracciale a chiodo nato dall'amore di Cipullo per gli oggetti da ferramenta. Lo ricorda così il fratello Renato: «Per Aldo era importante vestire "immacolatamente italiano" e oggi possedere o indossare un suo gioiello è onorare la sua eredità e vivere la sua eleganza». 

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